Picasso str***o

by Ayleen Ivonne Liverani

English, Italian and Spanish intertwine, echo and dominate each other in the progressive denudation of the figure of Dora Maar, kept in the shadows in favor of the Picasso icon. The Art History regained, with rabid fury, in a heartfelt and well composed text written in response to the workshop held by Allison Grimaldi Donahue (ABA Bologna and MAMbo, 2020-2021).
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Dora Maar, Double Portrait with Hat, c. 1936–37, gelatin silver print, with montage handwork on negative, 11 ¾ × 9 ⅜ inches (29.8 × 23.8 cm). Cleveland Museum of Art, Gift of David Raymond
© Dora Maar/Artists Rights Society (ARS), New York/ADAGP, Paris.
Image: courtesy Cleveland Museum of Art

There was this day I was free, I felt curious, I decided to watch Hannah Gadsby’s show Douglas. Gadsby is a go-to artist if you feel like you need to ignite your soul with humanitarian love and valuable rage towards a world that is still blind to the injustice perpetrated by people.
Just people
I’m not talking about good and bad, best and worse people, because even Walt Disney was antisemitic, Tom Meighan was an alcohol-induced abusive partner, and Pablo Picasso used his misoginy to create art.

I didn’t know about his relationship with Dora Maar. In fact, I must confess I enjoy celebrities’ gossip, and I found out about them on the Italian and English Wikipedia page of Picasso, a SPANISH artist. Why is it in his Spanish Wikipedia page Dora Maar is not mentioned even once?

¿Por qué los españoles sienten la necesidad de cambiar la historia de sus sumisos?
¿Por qué no mencionar la artista que más lo impactó, le enseñó y lo inspiró?
Claro, quisieron hablar de sus mistresses, como si la vida de sus parejas fueran importantes solo por que fueron SUS parejas, no porque fueron personas que tuvieron las agallas de lidiar y soportar la misoginia y la infidelidad de ese hombre.

Porque en realidad, Pablo Diego blablabla de la chingada Ruiz y Picasso también cambió la narrativa de Dora, manipuló su imagen y la usó a su conveniencia.

Dora Maar, artista multicultural y multidisciplinar, de las pocas mujeres reconocidas y admiradas por la sociedad de artistas (prevalentemente hombres, por si no entendieron) de su época. Ella era mucho más que su simple musa sumisa.

Mi capita spesso di affrontare il discorso “separa l’artista dall’uomo”.
Solitamente ci riesco, Lars Von Trier è fra i miei registi preferiti, come anche Kubrick, pensate un po’!
È sicuramente impossibile cambiare fatti storici, fatti passati e nel passato, non posso tornare indietro e scuotere Dora mentre le urlo in lacrime “NON STARE AI SUOI PIEDI. NON FARTI TRATTARE IN QUEL MODO. MERITI MOLTO DI PIÙ.”
Non era lei a dover essere ritratta in lacrime.
Come ho già detto, è nel passato.

Ma allora perché mi sento ancora male al pensiero che una delle più grandi artiste sia stata maltrattata, abusata, gaslighted, controlada, da quello che viene considerato unanimemente il più grande artista del XX secolo?
Lei ha ricevuto la sua fetta di fama solo dopo la sua morte.
Lei ha subito terapie di electroshock in un momento in cui non erano legali.

Su di lei scrivono gossip, notizie, calunnie, ma sono sempre collegate alla sua relazione con Picasso.

Picazzo.

Hannah Gadsby has a Bachelor in Art History, indeed she introduces her personal views on Art History and isn’t quite afraid to say she HATES Picazzo.
The first time I saw her show, I was actually surprised, I didn’t know why she would hate such a great artist.
Indeed, she hates the man.
I do too.

I’m a woman, I’m studying in the Art field, I come from a multicultural family and I also had a toxic and painful relationship.
I could not but feel the pain of the narrative that Dora has endured even as dead.

Perché raccontare che Dora Maar fu sempre alla mercé del grande artista e piccolo uomo? Perché è così importante sottolineare, evidenziare, dichiarare che dopo il loro incontro lei non fu più l’artista donna piena di meriti, ma diventò semplicemente la meretrice e musa del Great Picasso e Infamous Pablo?

People even dared to say that she went crazy, hysterical, unhuman, quando ad un certo punto nessuno più sapeva niente di lei.

Perché è molto più conveniente dire che si rifugiò dal mondo in cui c’era Picazzo per non avere più a che fare con quel mondo.

LEI INVECE VOLEVA DEDICARSI A LEI. ALLA SUA ARTE. A LEI E ALLA SUA ARTE.

Pure la sua biografa, Victoria Combalia, tells so much about her vibrant intelligence, vivid curiosity, and still alive creativity. Her art was so much more important than her fame.
That’s why she retired in her latest years.

When she died, it took ten days for journals to even say something about her passing.

Ma quando fu il momento di sfruttare la sua fama per fare della sua morte un’occasione per l’ennesima esposizione simil-mainstream, si scoprì che effettivamente Dora Maar c’è sempre stata, nonostante gli abusi, nonostante la violenza, nonostante tutto.

Della sua vita non rimane solo il ricordo e il legame con Picasso, ma più di 300 opere conservate in quella che fu casa sua.
Fotografia sperimentale, arte tessile, scultura, pittura, surrealismo e astrattismo, misticismo e animismo.

D’ora in poi Dora Maar è un’artista, donna, figlia.

Non per perpetuare una cancel culture che non vuole esistere in questa narrativa, ma per rispettare il suo ricordo come donna, come artista.

C’era questo giorno in cui ero libera, mi sentivo curiosa, decisi di guardare lo spettacolo di Hannah Gadsby Douglas. Gadsby è l’artista da scegliere quando senti che hai bisogno di incendiare la tua anima con amore umano e preziosa rabbia verso un mondo che è ancora cieco davanti alle ingiustizie perpetrate dalle persone.
Solo persone.
Non sto parlando buone o cattive, migliori o peggiori persone, perché pure Walt Disney era antisemita, Tom Meighan era un compagno abusivo sotto gli effetti dell’alcool, e Pablo Picasso si servì della sua misoginia per creare arte.

Non sapevo della relazione con Dora Maar. In effetti, devo confessare che mi diverto con i gossip delle celebrità, e ho scoperto di loro due sulla pagina wikipedia in italiano e in inglese di Picasso, un artista SPAGNOLO. Come mai nella pagina wikipedia in spagnolo Dora Maar non è menzionata neanche una volta?

Perché gli spagnoli sentono la necessità di cambiare la storia dei suoi sommessi?
Perché non menzionare l’artista che più lo colpì, insegnò e ispirò?
Certo, hanno voluto parlare delle sue mistresses, come se la vita delle sue partner fossero importanti solo perché sono state le SUE partner, e non perché hanno avuto il fegato di avere a che fare con e sopportare la misoginia e l’infedeltà di quell’uomo.

Perché in realtà, Pablo Diego blablabla di stocazzo Ruiz y Picasso pure ha cambiato la narrativa di Dora, ha manipolato la sua immagine e usata a suo vantaggio.

Dora Maar, artista multiculturale e multidisciplinare, tra le poche donne riconosciute e ammirate dalla società di artisti (prevalentemente uomini, nel caso non aveste capito) del tuo tempo. Lei era molto più di una semplice musa sottomessa.

Hannah Gadsby ha una laurea in Storia dell’Arte, difatti lei espone la sua visione personale sulla Storia dell’Arte e non si preoccupa affatto di dire che ODIA Picazzo.
La prima volta che vidi il suo show, in realtà ero sorpresa, non capivo come potesse odiare un grande artista.
Difatti, lei odia quell’uomo.
Pure io.

Sono una donna, studio nell’ambito dell’arte, vengo da una famiglia multiculturale e ho avuto una relazione tossica e dolorosa.
Non potevo non provare il dolore della narrativa che Dora ha subito anche da morta.

La gente ha pure osato dire che lei diventò pazza, isterica, inumana,

racconta della sua intelligenza vibrante, curiosità vivida, e della creatività ancora viva. La sua arte era molto più importante della sua fama.
Ecco perché si è ritirata nei suoi ultimi anni.

Quando morì, passarono dieci giorni prima che i giornali dicessero qualcosa sulla sua morte.

Dora Maar deve essere ricordata per tutte le cose che è stata prima e che voleva essere, e solo in extremis bisogna dire che è stata legata a Pablo Picasso.

Ayleen Ivonne Liverani is a student at the Academy of Fine Arts in Bologna. As a Mexican-Italian, she’s always been interested in the art of communicating and sharing knowledge and emotions, especially when those are as different as can be. She started writing music reviews for an online magazine whose peculiarity was to align the review genres with a common theme. She then discovered the power of writing and joined a workshop organized by the Academy and MamBo Museum of Bologna, held by Allison Grimaldi-Donahue. She’s currently focusing her studies on the Inutterable, the occasional obsolency of words, which will be the core of her thesis.