CERCA DENTRO. Gianluigi Maria Masucci

by Chiara Bertini

An insight into the work of Gianluigi Maria Masucci, written in April 2021.
[This text is in Italian]

Memoria, Dichiarazione d’amore, 2015, video HD, 4’08’’, still frame.
Courtesy Analix Forever and the artist

La vita può diventare una straordinaria realtà
Non appena ti rivolgi alla tua ricerca interiore.
Non esiste una realtà indipendente dall’'”interno in sé”
Attenzione alle cose chiare. La purezza viene scoperta durante
Il più grande sconvolgimento di una crisi. È il punto luminoso
Nella più grande oscurità.[1]

Gianluigi Maria Masucci osserva e ascolta a lungo, instancabilmente, i soggetti che sceglie di indagare, come i panni stesi di Napoli e il loro movimento nella brezza, il fluire dell’acqua dei fiumi Arve e Rhône che sgorgano incontrandosi accanto al suo studio nella città svizzera di Ginevra. Studia, analizza fin quando non arriva a farci immaginare storie, accarezzare lenzuola, odorare il sapone di quei lembi d’intimità esposta (Memoria, Dichiarazione d’amore, video 2015), mostrare l’alfabeto del sole nei riflessi d’acqua (Riflesso del sole nell’acqua, tracce di movimento in condizione di resistenza, 2016). L’artista cerca e mette in rilievo simboli, segni, capaci di creare una nuova scrittura che sveli l’essenza delle cose.

Masucci nasce a Sud, pieno di energie che sviluppa in diverse direzioni tra gli studi di pittura, architettura, l’esperienza nel teatro e con i media digitali. Poi si trasferisce verso Nord cercando stimoli nuovi e scoprendo un altro modo di relazionarsi, di stare al mondo, per poi sentire nuovamente il richiamo del Sud per ritrovarsi. Per recuperare il punto da cui tutto ha inizio, un centro, “se stesso” con l’aiuto degli altri. Il suo cuore si rimette a pulsare in maniera accelerata, il sangue ricomincia a fluire all’impazzata e nel suo cammino incontra lo Yoga, un maestro induista e una scuola, una disciplina che gli permette di affrontare in maniera più equilibrata il suo temperamento impetuoso e allo stesso tempo di approfondire la sua ricerca attraverso gli insegnamenti degli antichi maestri. Al contempo studia il tracciato urbano, i palazzi e le chiese di Napoli, entra in contatto con i sacerdoti. Frequenta i presidi, le associazioni e i luoghi di solidarietà. Partecipa alle liturgie così come al dibattito sui processi di autorganizzazione cittadina.

Riflesso del sole nell’acqua, tracce di movimento in condizione di resistenza 1, 2016,
photo BW. Courtesy Analix Forever and the artist

Stupefatto del mondo mi giunse un’età
che tiravo gran pugni nell’aria e piangevo da solo.
Ascoltare i discorsi di uomini e donne
non sapendo rispondere, è poca allegria.
Ma anche questa è passata: non sono più solo
e, se non so rispondere, so farne a meno.
Ho trovato compagni trovando me stesso (…)[2]

Il periodo del primo lockdown gli regala un tempo di “clausura” riflessiva, un momento di stasi totale, di pausa dal mondo e di silenzio interiore che lo portano a far spostare il focus della sua ricerca dall’impianto dell’intera città allo spazio del suo letto. Alterna la lettura dei testi sacri a quelli scientifici e alla poesia; medita, si raccoglie in preghiera, rivolge dentro di sé il suo campo d’indagine generalmente rivolto all’esterno. Durante questo otium l’artista trasforma un momento di precarietà e di fragilità in forza; forza di vedere oltre il visibile. Impugna quindi i suoi pennelli utilizzandoli –in momenti di semicoscienza tra stati di veglia e di sonno – su federe e lenzuoli nei quali poi si riaddormenta. Sull’opera dall’aria profetica che chiama Del Volere che Ama (titolo tratto da un testo in Dell’Amore Immortale di Massimo Scaligero), possiamo scorgere questo testo:

Apriti non arrenderti di fronte alle difficoltà, apri il cuore…
che ti cerca e che intimamente sei, gravita si muove nella danza della realtà.
Danza e Ama, Danza e Ama, non farti ingannare, non farti distrarre da ciò che non è.
Danza le mani, caricati e tendile al prossimo,
coltiva la tua anima in bellezza e invita gli ospiti a beneficiarne dei frutti.
Danza e Ama con gli occhi. Incoraggia, guarisci, libera.
Danza e Ama, fai la tua parte.
Parla alle stelle, allungati nei fiumi, trova forza nei cerchi divini sparsi in questa città,
in questo mondo e negli altri.
Liberati da ciò che ancora ti distrae, cresci in gioia e Bellezza.
Dedica, Servi, Danza e Ama.
Donati, vai alla fonte…continuare questo Incredibile e Magnifico Viaggio.
Aperto, parla alle stelle, ascolta profondamente e custodisci … Cerca Dentro.

CERCA DENTRO, DEL VOLERE CHE AMA, 05.2020, inchiostro su federe e lenzuoli.
Courtesy Analix Forever and the artist

Scrive Italo Calvino ne Le città invisibili: “Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure”. Ancora: “La città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole”. Queste suggestioni letterarie sembrano riecheggiare nel grande disegno su lenzuolo superiore che diventa un’esplorazione onirica di una città inedita fatta di strade, palazzi, mura che diventano simboli, caratteri, numeri in alcuni punti mentre in altri la trama si colora di flussi realizzati attraverso un puntinato che si dilata nuovamente nel corpo del tessuto.
Un altro grande lenzuolo cattura subito l’attenzione dello spettatore con i suoi dettagli giallo limone e la frase “SONO STANCO DELL’ILLUSIONE”, un vero e proprio manifesto in cui l’artista svela le sue urgenze del momento sottolineando la visione dell’ARTE come INCONTRO, CONNESSIONE, MOTORE DI BENESSERE, LIBERAZIONE E TRASFORMAZIONE COLLETTIVA.

SONO STANCO DELL’ILLUSIONE
Quello che proprio non posso più ammettere è cedere al mondo illusorio.
Hai visto quell’uccello in volo? È incredibile. La senti la vita pulsare nelle microparticelle che si spostano impercettibilmente un po’ più a destra e un po’ più a sinistra affinché materia insignificante si trasformi in volo?
Quello che non posso più ammettere è cedere al mondo illusorio.

spazio bianco

Sto spostando blocchi d’aria adesso.
Sto spostando blocchi d’aria adesso.
In realtà ci possiamo elevare per centinaia di metri, verso l’alto. Ognuno di noi.
Sono CUBI. Mi fa pensare ad un’opera di Amy Balkin: Public Smog“.
Sì, possiamo spostare blocchi d’aria in ogni momento, e così trasformarci.

Ecco la parola.

Ecco la parola, muove, trasporta, trasmette.
Ecco la parola, incontriamoci ovunque, in questo preciso momento.
Tutti.
Milioni di stelle,
siamo tutti connessi gli uni agli altri,
togliere il velo, tornare ad essere.

 

Aprimi e donami forza, adesso e sempre.
Un po’ a destra e un po’ a sinistra.
Forza di oltremondo.

Atto di pacificazione, azione sacra, trasmutazione della fratellanza.
Apriamoci oh mondo, gioia!
Celebriamo un’Arte nuova.
Celebriamo un’Arte nuova, VERA.

 

Sacrifico l’illusione in nome della forza, faccio voto e sogno.

Questo manifesto
raduna in questo momento
tutti gli artisti
che in questo momento
stanno operando in luce di verità con tutta la loro forza.

L’Arte oggi non può più essere il trastullo di una élite.
L’Arte oggi agisce forza, amore, serenità, trasformando, ispirando, congiungendo, liberando donne e uomini.

Campus, 22.09.2019, Via Benedetto Croce, Napoli. Ph Antonio Riccio

Nella vita e nel lavoro di Gianluigi Maria Masucci quel momento di sconforto generale fa emergere maggiormente l’importanza che per lui riveste la spiritualità dell’arte. Dopo aver interiorizzato i rapporti tra sogno e realtà, ed esplorato la sua anima, l’artista è pronto all’incontro – con il fuori, l’Altro, la città – e all’ascolto delle memorie dei singoli, al riverbero dei ricordi condensati nei quartieri di Napoli che frequenta e dove due anni prima inizia l’opera-laboratorio La congiunzione degli opposti. La ricerca parte dallo studio e dalla traduzione grafico-artistica di elementi di cartografie storiche, di iconografia e araldica, dei nodi di Hartmann, di rilievi geo-biologici e si sviluppa a partire dal suo studio a palazzo Filomarino – residenza del filosofo Benedetto Croce fino alla sua morte nel 1952. Prima tappa è proprio l’apertura di Punto Magnetico per l’arte contemporanea, studio aperto il cui scopo è quello di rendere manifeste le numerose realtà sconnesse della città che non trovano un punto di congiunzione visibile sulle cartine, dove aspetti ricorrenti e risonanti si oppongono: il sottosuolo e il soprassuolo, il cristiano e il pagano, il giorno e la notte, l’astratto e il concreto, lo spirito e la materia, il fisico e il divino (…). La seconda tappa, Campus, è presentata il giorno dell’equinozio d’autunno il 22 settembre 2019, con un’opera site specific in Via Benedetto Croce – punto medio tra la guglia dell’Immacolata e quella di San Domenico – in cui mille e più promesse scritte su legno dai partecipanti vengono offerte al fuoco insieme a un raggio di luce visibile da vari punti della città che diventano centro dell’azione/rituale collettiva realizzata in collaborazione col maestro Gino Sansone e la scuola di yoga integrale.

Il progetto prosegue con ANTE NATA, terza tappa presentata a dicembre 2020. Da giugno a dicembre l’artista abita quotidianamente la navata sinistra della Basilica di San Giovanni Maggiore dove, posizionando un tavolo e delle sedie, crea un luogo di scambio fatto di dialogo e ascolto di passanti, curiosi, abitanti del quartiere e della città che si lasciano andare a confidenze profonde, ricordi, non-detti. L’artista, in collaborazione con i residenti, le attività commerciali e la comunità, raccoglie pian piano in questo luogo – anticamente di sepoltura, tempio greco poi basilica cristiana – un insieme significativo di memorie, fotografie, oggetti, umori, ricostruendo genealogie e integrandosi nello spazio architettonico e nella comunità, compresa quella ecclesiale, incanalando il suo sentire nella Trasmutazione della fratellanza, una serie di grandi pitture di 10 x 1,5 metri.

ANTE NATA, Trasmutazione della Fratellanza, 2020, Basilica di San Giovanni Maggiore. Courtesy the artist

Abbracciando nuove realtà come La Cucina di Santa Fede Liberata, Il Creative Hub The Spark, l’associazione Vico Pazzariello, ANTE NATA prosegue come spazio di ascolto e dialogo collettivo, invitando ogni partecipante a immaginare un nuovo modo di vivere le relazioni. Tutto è annotato in una serie di taccuini – Quaderni comunitari – (offerti da Legatoria Artigiana, Napoli) che diventano testimonianza delle connessioni tra i partecipanti, condivisione di riflessioni, poesie, disegni, azioni, esperienze sulle parole chiave emerse, utili alla creazione di successive tappe e opere partecipate in cui Masucci diventa tramite e mezzo per far sì che l’opera appaia. Il processo che porta all’opera viene svelato e diventa capace di far emergere nuove possibilità d’ispirazione, conoscenza e interpretazione della storia e dei valori che connotano le aree investite. Il 21 dicembre la terza tappa termina con l’invito del pubblico all’interno della Basilica al buio, favorendo un momento di raccoglimento contemplativo al ritmo dei battiti del cuore di ciascun partecipante intorno a un fascio di luce che, partendo dall’ipogeo, sale verso la volta insieme al suono del canto di Monica Marra. Un’esortazione alla meraviglia, all’esperienza del sacro, dell’intimità e di una nuova coscienza corale che illumina il destino comune. L’artista ci mostra come l’arte diventa rilevante se vista come luogo che indaga le origini, che attiva partecipazione, ascolto, condivisione dei corpi e delle energie di ciascuno per far riemergere quei rituali di cui anche gli uomini contemporanei sembrano aver bisogno perché siamo in fondo delle singolarità connesse a tutte le altre singolarità. L’artista fa emergere una nuova mappatura della città in cui flussi elettromagnetici, energie sommerse e attuali, si fanno spazio, prendono corpo ed emergendo danno vita ad un laboratorio sperimentale di identità, percezione e memoria collettiva in cui si affacciano la preghiera e la speranza di andare oltre questa epoca, di scoprire un nuovo modo di vivere il rapporto con i luoghi, con l’ambiente per riscoprire i valori di una comunità. Per arrivare a questo l’artista estende l’invito a tutti, trovando la partecipazione anche di pensatori, filosofi, sacerdoti, architetti, assessori, operatori culturali, poeti, professori universitari, studiosi, registi, fotografi, critici d’arte, curatori, artisti e comitati cittadini.

ANTE NATA, 21.12.2020, Basilica di San Giovanni Maggiore. Ph Antonio Riccio

L’incontro con Masucci è un vero e proprio “urto” con il contemporaneo: “Contemporaneo non è soltanto colui che, percependo il buio del presente, ne afferra l’inesitabile luce; è anche colui che, dividendo e interpolando il tempo, è in grado di trasformarlo e di metterlo in relazione con gli altri tempi, di leggerne in modo inedito la storia, di ‘citarla’, secondo una necessità che non proviene in alcun modo dal suo arbitrio, ma da un’esigenza a cui egli non può non rispondere. È come se quell’invisibile luce che è il buio del presente, proiettasse la sua ombra sul passato e questo, toccato da questo fascio d’ombra, acquisisse la capacità di rispondere alle tenebre dell’ora”.[3]

[1] Lygia Clark, traduzione libera dal francese: La vie peut devenir une réalité extraordinaire/Des lors que tu te tournes vers ta recherche intérieure/Il n’y a pas de réalité indépendante de l’«intérieur en soi»/ Méfie-toi des choses claires. La pureté est découverte durant/ Le plus grand bouleversement d’une crise. C’est le point lumineux/ Dans la plus grande obscurité.
[2] Cesare Pavese, estratto da Antenati in Lavorare stanca, Cesare Pavese poesie, ed. Oscar Mondadori Poesia su licenza della Giulio Einaudi Editore, Milano 1973, p. 21.
[3] Giorgio Agamben, Che cos’è contemporaneo, Edizioni Nottetempo, Milano 2008, p. 24.
Chiara Bertini has a double master’s degree: Philosophy at “La Sapienza” University of Rome; Curating at HEAD, Geneva.  She is curator, project coordinator and performer. She has collaborated with numerous curators, international artists and institutions while working as a gallery director in Italy (Ex Elettrofonica) and abroad (De Jonckheere – Analix Forever). Giving great importance to collaborative and transdisciplinary work, she has contributed to the realization of festivals dedicated to emerging art, experimental projects and institutional exhibitions.